Villarbasse

La strage di Villarbasse

La strage di Villarbasse del 20 novembre 1945 è stata uno dei crimini più efferati dell'immediato dopoguerra in Italia. Dieci persone, tra cui l'avvocato Massimo Gianoli, furono massacrate a bastonate e gettate ancora vive in una cisterna durante una rapina in una cascina di Villarbasse, in provincia di Torino. Gli autori della strage furono quattro siciliani originari di Mezzojuso, di cui uno venne ucciso in un regolamento di conti fra mafiosi in Sicilia prima della cattura.

La pena di morte in Italia

La particolare efferatezza del delitto della strage di Villarbasse, che vide il massacro di dieci cittadini inermi, sollevò l'indignazione dell'opinione pubblica e spinse Enrico De Nicola a rifiutare la grazia, rendendo la strage di Villarbasse l'ultimo reato per cui sia stata applicata la pena di morte in Italia. La decisione di abrogare la pena di morte era già stata presa, ma fu con la promulgazione della Costituzione italiana, entrata in vigore il 1º gennaio 1948, che venne ufficialmente abolita.

La strage di Villarbasse: l'ultimo caso di pena di morte in Italia

La sera del 20 novembre 1945

Il 20 novembre 1945, il proprietario della cascina Simonetto di Villarbasse, l'avvocato Massimo Gianoli, stava cenando nella casa padronale, mentre nella casa dell'affittuario Antonio Ferrero si festeggiava la nascita di una nipotina e vi erano altre otto persone. Quattro uomini – Francesco La Barbera, Giovanni Puleo, Giovanni D'Ignoti e Pietro Lala – fecero irruzione nel casale per compiere una rapina, ma furono scoperti quando ad uno dei rapinatori cadde improvvisamente la maschera che ne celava il volto.

Il massacro

I rapinatori decisero di uccidere tutti i possibili testimoni e portarono le vittime, una ad una, in cantina e le colpirono con un bastone, gettandole poi in una cisterna per la raccolta dell'acqua piovana che si trovava nell'aia. In totale, morirono dieci persone: l'avvocato Gianoli, Teresa Delfino, Antonio Ferrero, Anna Ferrero, Renato Morra, Rosa Martinoli, Fiorina Maffiotto, il bimbo di due anni e Marcello Gastaldi.

In conclusione, la strage di Villarbasse rimane uno dei crimini più spaventosi della storia italiana, che ha segnato l'ultimo utilizzo della pena di morte nel paese. È importante ricordare la memoria delle vittime e riflettere sull'importanza della giustizia nel nostro paese.

Ludovica Neri
Scritto da Ludovica Neri
Aggiornato Mercoledì 23 Mar 2022