Valle di Maddaloni

L'acquedotto Carolino: storia e caratteristiche

L'Acquedotto Carolino prende il suo nome dal re Carlo di Borbone, re di Napoli, che commissionò l'opera. I lavori iniziarono nel marzo del 1753 e furono completati nel 1770, con una spesa totale di 622424 Ducati. L'acquedotto si estende per una lunghezza di 38 chilometri e preleva l'acqua alle falde del monte Taburno, dalle sorgenti del Fizzo, nel territorio di Airola.

L'opera richiese il supporto dei migliori studiosi e matematici del regno di Napoli, tra cui Luigi Vanvitelli, che la progettò. L'acquedotto è considerato una delle opere di maggiore interesse architettonico e ingegneristico del XVIII secolo in Europa.

Le opere che utilizzano l'acqua dell'acquedotto

L'Acquedotto Carolino alimenta il Belvedere di San Leucio e fornisce anche l'acqua alle "reali delizie" costituite dalla Reggia di Caserta, dal Giardino all'inglese e dal Bosco di San Silvestro.

Oltre al Belvedere di San Leucio, l'intera area casertana ha visto lo svilupparsi di molteplici iniziative imprenditoriali che sfruttavano la forza motrice dell'acqua, come i numerosi mulini impiantati lungo l'articolato percorso dell'acquedotto.

L'Acquedotto Carolino: la meravigliosa opera d'ingegneria d'epoca

Il sistema idrico dell'acquedotto

Dalla grotta artificiale posta a conclusione del grande parco della Reggia di Caserta, una diramazione conduce all'edificio Belvedere, la celebre filanda-reggia voluta da Ferdinando I delle Due Sicilie per la produzione e tessitura della seta. Questa struttura conserva ancora i giardini di impronta rinascimentale arricchiti da gruppi scultorei e fontane, nonché i giardini del XIX secolo dove una grande cisterna accoglie le acque del Carolino per far funzionare il "rotone ad acqua" della filanda.

Dopo aver attraversato il Bosco Vecchio, un ramo del Carolino raggiunge la reale tenuta di Carditello, fattoria modello voluta sempre da Ferdinando IV.

I torrini dell'acquedotto Carolino

Il condotto dell'Acquedotto Carolino, largo ed alto , è segnalato da 67 "torrini", costruzioni a pianta quadrata e copertura piramidale destinate a sfiatatoi e ad accessi per l'ispezione.

L'Acquedotto Carolino costituisce un importante patrimonio storico e culturale che testimonia la grande capacità ingegneristica dei progettisti e degli artigiani dell'epoca. La sua bellezza e la sua funzionalità lo rendono un'opera straordinaria tutt'oggi.

Camilla Ricci
Scritto da Camilla Ricci
Aggiornato Lunedì 29 Ago 2022