Tramutola
La Storia di Tramutola
Tramutola, anche chiamata Tramùtele nel dialetto lucano, è un comune con una popolazione di circa 2925 abitanti, situato nella provincia di Potenza in Basilicata, Italia. Le origini di questa città non sono molto antiche e si ricollegano alla penetrazione nella zona dei monaci benedettini. Secondo alcune teorie, un gruppo di rigettati dalla nascente civiltà Paternese cercò protezione nella gola che si trova attualmente dove si trova il paese. Nel 1144, un monaco della Abbazia territoriale della Santissima Trinità di Cava de' Tirreni, Giovanni di Marsico, cappellano dell'Falcone Abate, che non aveva dimenticato le sue terre d'origine, attirò la simpatia di alcuni ricchi signori che donarono alla Badia di Cava la chiesa di San Pietro con annesso dormitorio e con tutti i suoi beni.
I Beneditini
Questi edifici, forse fondati dai basiliani, avevano raggiunto una certa importanza, poiché stazione di sosta sulla strada che da Atena Lucana, attraverso Brienza, conduceva a Marsico. La fama di santità dei Benedettini cavensi e l'opera di bonifica compiuta in una terra contrassegnata da zone paludose contribuirono ad allargare il nucleo abitato. La cura dei monaci favorì la coltura del gelso e l'allevamento del baco da seta che, con il lino e la canapa e una certa produzione tessile, furono per secoli i pilastri dell'economia locale.
Protezione dalle prepotenze
La dipendenza dall'abbazia di Cava consentì alla comunità tramutolese una certa protezione dalle prepotenze che altri paesi subivano da parte dei feudatari "laici". L'abate di Cava, che fu insignito del titolo di Barone di Tramutola, esercitava il suo governo mediante un vicario per gli affari ecclesiastici, ed un "bajulo" per tutti gli aspetti fiscali e finanziari. I capi delle famiglie potevano far sentire la loro voce attraverso un parlamento che radunava due volte all'anno.
Affioramenti naturali di petrolio
La città di Tramutola era già nota per la presenza di petrolio sin dal periodo attorno alla metà del secolo XIX, in quanto il geografo Amato Amati ne segnala lo sfruttamento tramite di miniere di asfalto nel comune. Questo è stato confermato dagli "Annali del regno delle due Sicilie", che cita l'esposizione di campioni di asfalto di Marsico e Tramutola alla "pubblica esposizione di arti e manifattura del 1853". I suoi affioramenti naturali di petrolio erano così descritti dal geologo Camillo Crema nel 1902:
Sfruttamento del petrolio da parte dell'Agip
Dopo un periodo di ricerche ed una perforazione eseguita all'inizio del secolo '900, l'Agip sfruttava nell'area il Campo petrolifero di Tramutola, con la perforazione di 47 pozzi dei quali 26 produttivi nel periodo 1936-1943. Il campo venne ufficialmente chiuso nel 1959, dopo la perforazione di un pozzo esplorativo profondo, Tramutola 45, nel 1958-1959.
In conclusione, Tramutola è una città che ha una lunga storia e che è stata governata dall'Abate di Cava per molto tempo. La città era nota per la presenza di petrolio fin dal XIX secolo ed è stata sfruttata dall'Agip nel Novecento. La città è anche conosciuta per la coltura del gelso e l'allevamento del baco da seta che ha fatto parte dell'economia locale per secoli.