Baruffini

Baruffini: la frazione di Tirano

Baruffini, anche conosciuta come "i Baruffini", è una delle quattro frazioni del Comune di Tirano, situata nella provincia di Sondrio, in Valtellina. Con i suoi 249 abitanti (dato del 2011), si trova a 800 metri di altezza, sul versante sud del Monte Masuccio e dista 4 km dalla stazione ferroviaria di Tirano e dalla Ferrovia Retica. Ma, oltre ad essere una semplice frazione, Baruffini ha una storia particolare, legata a un fenomeno economico che ha modificato profondamente l'economia della valle: il contrabbando.

L'origine del toponimo

Il nome “Baruffini” ha diverse possibili derivazioni: alcuni pensano che possa derivare dal verbo longobardo “rauffen” o "baraufen", che significa “azzuffarsi”, oppure dal provenzale "barruffautz", che significa attaccabrighe. Tuttavia, la leggenda più accreditata è quella legata ai contrasti tra gli abitanti della frazione ed i numerosi viandanti che attraversavano i loro terreni, percorrendo il sentiero di collegamento fra la Valtellina e lo xenodochio di San Romerio in territorio svizzero. Gli abitanti di Baruffini non erano molto inclini alla sopportazione delle incursioni nei loro territori, come dimostrano le testimonianze presenti nell'archivio parrocchiale di Tirano, durante le scorribande predatorie da parte delle milizie francesi nel 1625.

Baruffini: la frazione di Tirano e la storia del contrabbando.

Geografia antropica

Il territorio della frazione è articolato in nove storiche contrade: Bottigioli, Buglio, Case alte, Dossello, Mocchioni, Parlenti, Piazzo, Selva e Santo Stefano. Il paesaggio della zona offre ancora angoli di architettura spontanea rurale di grande interesse etnografico, con vicoli stretti e un panorama che si estende sulla Valle dell'Adda, sino al terrazzo di Teglio e sul conoide di deiezione della Valchiosa.

Il fenomeno del contrabbando

Baruffini è una frazione che, in passato, ha vissuto un fenomeno particolare ed estremamente diffuso: il contrabbando. La situazione di paese confinante con la Svizzera, unita alla scarsità di opportunità di lavoro, ha portato ad un'imponente attività criminoso-economica sul suo territorio, i cui proventi hanno modificato profondamente l'economia della valle. Il contrabbando in Valtellina, come nel resto dell’Italia, è sempre stato il modo per procurarsi beni a prezzi più bassi rispetto al mercato, ma anche di guadagnare denaro evadendo le tasse. Il 1960 e la fine degli anni '70 sono stati gli anni d'oro per il contrabbando di Baruffini. Grazie alla vicinanza con la Svizzera, i contrabbandieri riuscivano a procurarsi prodotti di ogni genere: dagli orologi, all’abbigliamento, alle sigarette. Prodotti che venivano trasportati a dorso di mulo, percorrendo sentieri impervi in cui le pattuglie dei carabinieri avevano difficoltà ad arrivare.

L'emigrazione dal XIV secolo ad oggi

La vita in questa frazione era estremamente difficile, poiché la scarsità del terreno e la mancanza di opportunità lavorative rendevano il lavoro di coltivatore di vigneti, l'unica monocoltura in grado di produrre un reddito, non sufficiente a mantenere il coltivatore per metà dell'anno. Per questo, la maggior parte degli abitanti di Baruffini si sono divisi tra l'emigrazione o l'alternarsi ad altri lavori, compreso il contrabbando. L'emigrazione valtellinese iniziò già dal XIV secolo, principalmente verso il Veneto e il Trentino. Il fenomeno è cresciuto fino alla fine del XVIII secolo, per poi assestarsi nei primi primi anni del 1900.

In conclusione, Baruffini è una frazione che può farci riportare al passato. Lo stile di vita degli abitanti, l'architettura rurale, la vicinanza con la Svizzera e il fenomeno del contrabbando raccontano la storia di queste montagne. La scarsità di risorse in passato potrebbero far pensare che vivere qui sia ancora difficile, ma oggi la bellezza dei luoghi e la pace che si respira li fanno diventare un'oasi di serenità e tranquillità, lontano dallo stress e dalla frenesia della città.

Paola Santoro
Scritto da Paola Santoro
Aggiornato Lunedì 9 Gen 2023