Sutera

La provincia di Caltanissetta: una breve storia

Caltanissetta era una delle province della Sicilia, situata nella parte centrale dell'isola. Il suo territorio si estendeva su una superficie di 2.128 km² e comprendeva 22 comuni. Confineva a nord con la provincia di Palermo, a est con la provincia di Enna, la provincia di Catania e la provincia di Ragusa e ad ovest con la provincia di Agrigento.

La storia della provincia di Caltanissetta risale al 1818, quando i Borbone di Napoli suddivisero in province la regione siciliana, creando anche quelle di Palermo, Catania, Messina, Siracusa, Trapani e Agrigento. La provincia di Caltanissetta comprendeva allora il 40% di quello che dal 1926 sarebbe diventata la provincia di Enna, compreso il capoluogo (allora Castrogiovanni) e il 10% del territorio poi assegnato alla provincia di Ragusa.

Durante il periodo borbonico, la storia della provincia di Caltanissetta fu strettamente legata a quella dello sfruttamento dei zolfo di Sicilia, che era in mano ad alcune famiglie nobili ma la cui concessione per lo sfruttamento era in mano a società straniere. Questo periodo fu funestato da immani tragedie per incendi e crolli in cui perirono molti sconosciuti e sfruttati minatori locali, a volte poco più che bambini. In funzione delle miniere, la provincia fu interessata dalle costruzioni ferroviarie della Società Vittorio Emanuele, prima ancora che in altre zone, con le direttrici, Ferrovia Palermo-Catania e Ferrovia Siracusa-Gela-Canicattì, completate tra il 1876 e il 1878, verso i due porti estremi di Porto di Catania e di Porto di Licata.

Con lo statuto speciale siciliano del 1946 furono soppresse le province siciliane. Furono poi ricostituite nel 1963, recependo la normativa nazionale, e trasformate in "provincie regionali" nel 1986.

La soppressione della provincia di Caltanissetta

Il 28 marzo 2014 fu prevista la soppressione delle 9 provincie regionali, sostituite da nove "Liberi Consorzio comunali" e 3 aree metropolitane in seguito all'entrata in vigore della legge approvata dall'Assemblea Regionale Siciliana il 12 marzo 2014.

In ottemperanza alla legge regionale del 24 marzo 2014, n. 8, recante il titolo “Istituzione dei liberi Consorzi comunali e delle Città metropolitane” e disciplinata poi con la successiva legge regionale n. 15 del 4 agosto 2015, "Disposizioni in materia di liberi Consorzi comunali e Città metropolitane", la provincia regionale di Caltanissetta è stata soppressa e sostituita dal libero consorzio comunale di Caltanissetta.

La storia e la soppressione della provincia di Caltanissetta

I comuni

Alla soppressione della provincia di Caltanissetta appartenevano 22 comuni, tra cui Caltanissetta, il capoluogo, Gela, Niscemi, Serradifalco e Riesi.

L'amministrazione

Dal punto di vista amministrativo, la provincia di Caltanissetta era diretta da un presidente eletto dal consiglio provinciale, a sua volta eletto dai sindaci dei comuni della provincia. Nel corso degli anni, si sono susseguiti diversi presidenti, tra cui Salvatore Lombardo (1970-1980), Nino Strano (1980-1990), Antonino Minardo (1990-1996), Salvatore Fallica (1996-2001), Giovanni Cacciatore (2001-2012) e Enzo Di Giuseppe (2012-2014).

Conclusioni

La soppressione della provincia di Caltanissetta, seppur non priva di polemiche, rientra in un più ampio processo di riorganizzazione delle autonomie locali in Italia. Sebbene possa essere vista come una perdita per l'identità storica e culturale della regione, la decisione di sostituire le province con liberi consorzi comunali mira a semplificare e rendere più efficiente l'amministrazione locale, mettendo a disposizione delle comunità i servizi necessari in modo più rapido ed economico.

Martina Moretti
Scritto da Martina Moretti
Aggiornato Venerdì 20 Gen 2023