Portobuffolè

Esplorando il piccolo comune di Portobuffolé

C'è un paese in provincia di Treviso che sembra uscito dalle immagini di una fiaba, con le sue mura antiche e i piccoli vicoli che si snodano tra le case color pastello. Sto parlando di Portobuffolé, il paese più piccolo della provincia in termini di popolazione e di superficie, ma certamente uno dei più affascinanti. In questo testo ti porterò a scoprire la geografia, la storia e le curiosità del paese dalle mille sfumature.

Geografia fisica

Portobuffolé rappresenta una delle rarissime eccezioni in provincia di Treviso poiché si estende su entrambe le rive del fiume Livenza. Formato dal capoluogo, Ronche, Settimo e Faè, il comune si trova vicino al confine con il Friuli-Venezia Giulia, a circa 50 km da Treviso e 15 da Pordenone. Portobuffolé è caratterizzato dalla presenza di diversi corsi d'acqua, come il Resteggia e il Rasego, che disegnano i confini tra il paese e altri comuni della zona.

Portobuffolé: il piccolo borgo dai mille colori

Origini del nome

Il nome di Portobuffolé ha origini antiche: il toponimo viene citato per la prima volta in un documento del 1242 con il nome di ''castrum'' o ''portus Bufoledo''. Secondo Dante Olivieri, il nome deriverebbe dall'unione del termine latino "bufalus", che indica l'animale Bubalus bubalis o altri membri della famiglia dei Bovidae, e un suffisso collettivo "-ētum".

Storia

Origini

L'insediamento più antico della zona sembra essere stato la frazione di Settimo. Il piccolo villaggio rurale sulle rive del Livenza, chiamato anticamente ''Septimum de Liquentia'', risale al III secolo a.C. e distava sette miglia da Oderzo. Nel 997, un contratto di affitto tra il Diocesi di Vittorio Veneto Sicardo e il Doge della Repubblica di Venezia Pietro II Orseolo menziona la presenza di un castello e un porto fluviale sul luogo fortificato di Settimo.

Il medioevo

Nel Medioevo, il castello di Portobuffolé cambiò spesso padrone, passando sotto il controllo di autorità signorili e religiose. Prima dei Di Carrara, poi dei Patriarchi di Aquileia e infine del Diocesi di Vittorio Veneto Ripalto. Nel 1166, Portobuffolé entrò a far parte dell'orbita della città di Treviso e nel 1242 tornò sotto il controllo di Ceneda. La bastia venne distrutta da Gerardo de' Castelli, un nobile trevigiano, e poi ripresa e restaurata dai vescovi.

La Serenissima

Per sei secoli, Portobuffolé rimase sotto il controllo della Repubblica di Venezia. Nel 1307, il paese fu assegnato a Tolberto III da Camino, marito di Gaia da Camino. Tuttavia, nel 1336, Samaritana Malatesta, seconda moglie di Tolberto, riuscì a riconquistare il controllo del castello e a ottenere l'appoggio della Repubblica di Venezia, ponendo fine alle dispute. Il 4 aprile 1339, Portobuffolé entrò ufficialmente a far parte della Repubblica di Venezia.

Attrazioni turistiche

Il centro storico di Portobuffolé è una vera e propria perla, racchiuso all'interno delle antiche mura. Tra le principali attrazioni turistiche del paese ci sono la Piazza della Vittoria, la Chiesa di San Giorgio e la Porta Trevisana, una delle tre porte che permettono l'accesso al centro storico.

Portobuffolé è stato inserito nell'associazione dei borghi più belli d'Italia e si fregia della Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, un riconoscimento che premia i comuni dell'entroterra che valorizzano il patrimonio culturale e naturale del proprio territorio.

Conclusioni

Portobuffolé è un luogo unico, un piccolo paese che sembra uscito da una favola. Le sue mura antiche, i vicoli affascinanti e le attrazioni turistiche lo rendono uno dei borghi più belli non solo della provincia di Treviso, ma dell'intero territorio italiano. Se ti trovi a passare da queste parti, non perdere l'occasione di visitare questo gioiellino nascosto.

Matteo Ferrari
Scritto da Matteo Ferrari
Aggiornato Mercoledì 2 Mar 2022