Pastrengo
La battaglia di Pastrengo
La mattina del 30 aprile 1848, il generale austriaco Josef Radetzky attaccò De Sonnaz con un attacco frontale, mentre un’altra colonna piemontese fu sorpresa ed attaccata da garibaldini provenienti dal Lombardo-Veneto. La battaglia fu accanita e durò per ore, con continui contrattacchi e controcontrattacchi da parte di entrambe le parti.
Ma alla fine, gli austriaci furono sconfitti. La colonna garibaldina fu costretta a ritirarsi, mentre Radetzky fu costretto a ripiegare sulla riva sinistra dell’Adige. Tuttavia, gli austriaci riuscirono a sfuggire alla disfatta senza subire troppe perdite grazie ad una strategia di ritirata graduale e ben organizzata.
Conseguenze della battaglia
Sebbene la vittoria piemontese a Pastrengo fosse stata importante, non fu sufficientemente sfruttata. Carlo Alberto non approfittò del successo per avanzare verso Verona, dove avrebbe trovato forti difficoltà a conquistare la città, o continuare la marcia contro gli austriaci fino a Vienna.
Invece, Carlo Alberto scelse di fermarsi e assediare Peschiera del Garda, in attesa dell’arrivo di rinforzi dal Regno delle Due Sicilie e dei pontifici. Radetzky approfittò di questo momentaneo stallo nelle operazioni per organizzare un contrattacco.
La Battaglia di Santa Lucia
Il 6 maggio 1848, il regio esercito piemontese fu sconfitto nell’infruttuosa battaglia di Santa Lucia, a sud di Verona. La sconfitta vide la ritirata delle truppe piemontesi dalla zona di Verona, ma il Regno di Sardegna riuscì a mantenere il controllo di molte città e paesi della Lombardia e del Veneto.
Conclusione
La battaglia di Pastrengo rappresentò una sconfitta per gli austriaci e una vittoria importante per il Regno di Sardegna. Tuttavia, il mancato sfruttamento della vittoria e la successiva sconfitta nella battaglia di Santa Lucia posero fine alle speranze di Carlo Alberto di conquistare il Veneto e la Lombardia. La Prima Guerra d'Indipendenza italiana continuò fino al 1849, quando la sconfitta di Novara costrinse Carlo Alberto all'esilio e pose fine all'unità politica italiana per altri decenni.