Sant'antonio In Mercadello

Un viaggio a Sant'Antonio in Mercadello, tra storia e architettura

Benvenuti a Sant'Antonio in Mercadello, una frazione di Novi di Modena, situata nella regione Emilia Romagna. Questa piccola località è stata fortemente colpita dal terremoto del 2012, ma nonostante gli ingenti danni subiti, guarda al futuro con la speranza di una rinascita.

Monumenti e luoghi d'interesse

Sant'Antonio in Mercadello: tra storia, architettura e rinascita

Architetture religiose

La Chiesa di Sant'Antonio, situata nel cuore della frazione, è un edificio moderno progettato dagli architetti Testi e Gasparini di Carpi. Costruita nel 1651 come oratorio, venne ricostruita nel 1682 e nel 1951 diventò chiesa parrocchiale. L'altare maggiore è stato realizzato da Romano Pelloni di Carpi, mentre le sculture di Antonio di Padova e di Sant'Agnese sono opera di Virgilio Prugger di Ortisei.

L'Oratorio dell'Immacolata Concezione, invece, fu eretto nel 1605 dalla famiglia Pio di fronte al Palazzo Pio di Savoia. Questo elegante tempietto a forma quadrata con cupola, caratterizzato da una trabeazione a triglifi e timpani triangolari con volute, è stato rifatto su progetto di Manfredo XIII Pio nel 1656. All'interno, molto ben conservato, spicca un paliotto in scagliola policroma realizzato nel 1689 da Giovanni Pozzuoli, raffigurante la Madonna col Bambino e lo stemma dei Pio.

Architetture civili

Il Palazzo Pio di Savoia, inizialmente un fortilizio rettangolare con cortile interno e protetto da quattro torri angolari, è stato ricostruito nel Seicento da Galazzo IV come centro delle attività agricole e commerciali dell'epoca. Questo imponente edificio è stato disegnato da Andrea Pio come figura di corte e ha rappresentato il centro amministrativo per la gestione dei vasti possedimenti fondiari della zona.

La storia di Sant'Antonio in Mercadello

Sant'Antonio in Mercadello ha origini antiche. Dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, la zona passò sotto il controllo dei Longobardi e poi dei Franchi. Durante il medioevo, Rovereto sulla Secchia - il territorio che comprendeva Sant'Antonio in Mercadello - diventò un importante feudo dei Pio, una famiglia aristocratica di origine longobarda.

Galazzo I Pio, nel 1426, ottenne l'investitura del Principato Carpenteria. Durante il suo regno, l'area si sviluppò notevolmente grazie alla presenza di importanti piazze mercantili e alla costruzione di numerose opere architettoniche di grande impatto, come il Castello di Santa Maria Nuova a Guastalla.

Con il tempo, i Pio persero l'investitura del Principato Carpenteria, ma non il legame con il territorio. Forti dell'attaccamento alla terra, i Pio di Savoia costruirono il Palazzo Pio di Savoia nel cuore di Sant'Antonio in Mercadello. L'edificio diventò la residenza abituale dei Pio del ramo carpigiano e rappresentò il centro amministrativo per la gestione dei vasti possedimenti fondiari ubicati nel territorio.

La rinascita di Sant'Antonio in Mercadello

Sant'Antonio in Mercadello è stata duramente colpita dal terremoto dell'Emilia del 2012, ma non ha perso la speranza in un futuro migliore. Nel corso degli anni, la frazione ha visto la nascita di numerose associazioni e gruppi di cittadini che si sono attivati per la ricostruzione e la valorizzazione del patrimonio culturale del territorio.

Si sono organizzate numerose iniziative, dai concerti alle mostre, per far conoscere la storia e il patrimonio architettonico di Sant'Antonio in Mercadello. Grazie anche alle donazioni e alle sponsorizzazioni private, sono stati avviati numerosi progetti di riqualificazione e valorizzazione del territorio.

La Chiesa di Sant'Antonio, ad esempio, è stata recentemente ristrutturata e valorizzata grazie all'acquisto di nuove opere d'arte e alla promozione di eventi culturali. L'Oratorio dell'Immacolata Concezione ha subito un restauro conservativo che ne ha permesso la riapertura al pubblico.

Oggi, Sant'Antonio in Mercadello è una località che guarda al futuro con la speranza di una rinascita, ma senza mai dimenticare la propria storia e il proprio patrimonio culturale.

Martina Caruso
Scritto da Martina Caruso
Aggiornato Venerdì 9 Set 2022