Monterosso Calabro

Monterosso Calabro: la storia di un comune incantevole

Monterosso Calabro, noto anche come 'Munturùssu' in dialetto calabrese, è un piccolo comune situato nella provincia di Vibo Valentia, Calabria. Con una popolazione di circa 1517 abitanti, il comune si estende da un'altitudine di 39 metri fino a 989 metri sopra il livello del mare. La sua posizione privilegiata lo rende parte integrante della Comunità Montagna Serre Calabre. In questo articolo, esploreremo la geografia, la storia e le curiosità di questo incantevole comune.

Geografia fisica

Monterosso Calabro si trova alle pendici del monte Coppari che raggiunge un'altitudine di 951 metri sul livello del mare, situato nella regione delle Serre Calabre. La parte storica del paese si sviluppa sopra una collina, mentre la zona residenziale moderna si estende ai suoi piedi. Sul territorio del comune ricade il lago Angitola, un bacino artificiale creato dalla diga di sbarramento del fiume omonimo. Quest'area rappresenta un'oasi protetta del WWF, che ospita diverse specie di alberi, tra cui il salice bianco, il pino d'Aleppo e l'ontano nero, nonché numerose specie di fauna, come la gorgiera marrone, il falco pescatore, le anatre e gli aironi.

Monterosso Calabro: Storia, Geografia e Curiosità di un Comune Incantevole

Origini del nome

Il nome del comune, "Monterosso", dovrebbe derivare dal particolare riflesso rossastro che la collina assume durante le ore che precedono il tramonto del sole. In latino, la collina è stata anche indicata come "Mons Ruber".

Storia

Non abbiamo informazioni certe sulla fondazione del villaggio, ma sembra che già dall'epoca normanna (XI-XII sec.), esistesse una torre di avvistamento, conosciuta come Rocca Capana. Tuttavia, Monterosso Calabro faceva parte del feudo di Castelmonardo e apparteneva ai Ruffo di Calabria Conti di Catanzaro. Dopo due brevi periodi di autonomia da feudatario nel corso del '400, il feudo, tra cui Monterosso, passò a Antonio Trezze, un cittadino milanese che aveva comprato i terreni dai De Nobili. Dopo Antonio, il feudo passò a suo figlio Giovan Francesco e poi al figlio di quest'ultimo, Antonio, che fu l'ultimo Delle Trezze a detenere Castelmonardo, dall momento che ne fu spodestato per ribellione. Successivamente, la baronia fu tenuta dal barone di Briatico, Ferrante Bisbal, per un breve periodo, prima di venir definitivamente in possesso dei Pignatelli di Vibo Valentia nel 1534. Essi la tennero fino all'eversione della feudalità.

Nel 1544, il paese fu danneggiato gravemente dal terremoto, mentre nel XVII secolo, si diffuse la lavorazione della seta e del lino, e venne costruita una filanda, della quale rimangono pochi avanzi. Il barocco fu segnato da una serie di catastrofi naturali, tra cui i terremoti e la gelata del 1620, accompagnata da una terribile siccità nell'estate del 1625. Il terremoto del 1783 distrusse completamente le case di Monterosso, la chiesa dell'Addolorata e vari conventi, ma le suore del Carmelo riuscirono a rifugiarsi nel chiostro rimasto intatto. Il paese fu ricostruito grazie all'impegno del Duca Pignatelli e ai contributi della Cassa Sacra, organo straordinario istituito dai Borbone dopo il terremoto con lo scopo di requisire i beni della Chiesa di tutta la Calabria Ulteriore e di rivenderli ai privati.

In sintesi, le origini di Monterosso Calabro sono ancora avvolte nel mistero, ma la sua storia è caratterizzata da una serie di eventi storici che hanno formato l'identità e la cultura del comune.

Conclusioni

In conclusione, Monterosso Calabro è un comune incantevole, che offre una vista panoramica sulla regione delle Serre Calabre. Il comune ha una storia ricca e interessante, caratterizzata da eventi cataclismatici, ma anche dal lavoro intenso dei suoi abitanti. La presenza del lago Angitola, zona protetta dal WWF, aggiunge un tocco di fascino a questo comune, chiamato anche "Mons Rosso". Una visita a Monterosso Calabro è un'esperienza che vale la pena vivere, in quanto ci regala un'occasione unica per esplorare un luogo di grande interesse storico e paesaggistico.

Antonio Bruno
Scritto da Antonio Bruno
Aggiornato Martedì 21 Giu 2022