Gonars

Il campo di concentramento di Gonars: dove la storia ha lasciato il segno

Il campo di concentramento di Gonars è un luogo che porta con sé il peso della storia. Costruito nel 1941 dal regime fascista italiano presso Gonars, provincia di Udine, il campo è stato utilizzato per internare i civili rastrellati nei territori occupati dall'esercito italiano nell'allora Jugoslavia.

La struttura

Il campo era composto da due recinti distinti: il campo A e il campo B diviso in tre settori, Alfa, Beta e Gamma, separati da un alto filo spinato. Le torrette di guardia erano dotate di mitragliatrici e fari che illuminavano il campo a giorno.

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Storia

Il campo di concentramento di Gonars fu costruito inizialmente in previsione dell'arrivo dei prigionieri di guerra russi, ma invece fu utilizzato per internare i civili rastrellati nelle province occupate dall'esercito italiano. Nella primavera del 1942, il campo di Gonars fu utilizzato per la prima volta per internare i civili della "Provincia di Lubiana" rastrellati dall'esercito italiano.

Primo utilizzo: la repressione degli oppositori

Emilio Grazioli, Prefetto della provincia di Lubiana, e il generale Mario Robotti, comandante dell'XI Corpo d'armata italiano, attuarono le misure repressive che portarono alle fucilazioni di ostaggi, incendi di villaggi e deportazioni di popolazioni intere. Nella notte tra il 22 e il 23 febbraio del 1942, la città di Lubiana fu circondata interamente da filo spinato e tutti i maschi adulti furono arrestati e sottoposti a controlli. La gran parte di essi fu destinata all'internamento nel campo di concentramento di Gonars. Altri abitanti di città della "provincia" subirono una sorte simile.

Oltre 6000 internati furono presenti nel campo entro l'estate del 1942, ben oltre le possibilità ricettive previste. Le precarie condizioni igieniche e la cattiva alimentazione portarono alla diffusione di varie malattie come la dissenteria, causando le prime vittime.

Gli internati

Tra gli internati nel campo di concentramento di Gonars c'erano intellettuali, insegnanti, studenti, operai e artigiani, considerati potenziali oppositori. Tra questi c'erano anche molti artisti che, nonostante la difficile situazione, hanno continuato a creare e a dedicare molte delle loro opere alla detenzione nel campo.

Inoltre, alcuni esponenti del Esercito popolare di liberazione della Jugoslavia sloveno erano internati sotto pseudonimo al campo. Essi sarebbero poi diventati dirigenti della Resistenza jugoslava. Nel 1942, alcuni di loro organizzarono una fuga dal campo scavando una lunga galleria sotto la baracca XXII. Dopo la fuga, la maggior parte degli internati fu trasferita in altri campi istituiti in Italia, tra cui Campo di concentramento di Monigo, Campo di concentramento di Chiesanuova, Campo di internamento di Renicci e Visco.

Il segno della storia

Il campo di concentramento di Gonars rimane oggi un luogo simbolo della triste storia del XX secolo e della brutale repressione fascista. L'edificio principale del campo è stato messo in vendita nel 2019 e da allora molte persone si sono mobilitate per impedire che venga demolito, chiedendo invece che sia restaurato e adibito a centro per la memoria della repressione fascista. La memoria delle vittime del campo di Gonars è importante per non dimenticare quei tragici eventi e per onorare la loro memoria.

Andrea Giordano
Scritto da Andrea Giordano
Aggiornato Giovedì 3 Feb 2022