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Il Campo di transito di Bolzano: una triste pagina di storia

Il Campo di transito di Bolzano, noto anche come Dulag Bozen o Polizei- und Durchgangslager Bozen, fu un campo di concentramento nazista attivo a Bolzano dal 1944 alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Precedentemente, dal 1942, era operativo un Lager fascista per prigionieri di guerra Alleati.

La storia del Campo di transito di Bolzano

Dopo l'Armistizio di Cassibile, Bolzano divenne capoluogo della zona d'operazioni delle Prealpi e quindi sotto il controllo dell'Heer (Wehrmacht). Il Campo di transito di Bolzano aprì i battenti nell'estate del 1944, in vecchi capannoni del genio militare italiano.

Durante i circa dieci mesi di attività, tra le sue mura passarono tra 9.000 e 9.500 persone, principalmente oppositori politici. Tuttavia, tra i deportati presenti nel campo c'erano anche ebrei, sudtirolesi della Wehrmacht o i loro familiari, Rom e Sinti e Testimoni di Geova.

Dopo essere stati arrestati dalle forze del regime collaborazionista della Repubblica Sociale Italiana, i prigionieri venivano consegnati alle SS e portati al Campo di transito di Bolzano. Una parte di loro fu trasferita nei campi di sterminio del Reich, mentre altri furono utilizzati come lavoratori schiavi nella vicina zona industriale.

Campo di transito di Bolzano: la triste memoria del nazismo.

L'uccisione di 23 italiani e gli esiti del campo

Durante la storia del campo, 23 italiani furono catturati, internati e in seguito trucidati nell'eccidio della caserma Mignone il 12 settembre 1944. In totale, sono documentate circa 48 uccisioni avvenute nel campo, anche se potrebbero esserci state fino a 300.

Man mano che gli Alleati avanzavano, i prigionieri furono liberati a scaglioni tra il 29 aprile e il 3 maggio 1945, quando il Campo di transito di Bolzano fu definitivamente dismesso. Oggi, sul sito dell'ex campo di concentramento, si trova un luogo della memoria chiamato "Passage der Erinnerung".

Conclusioni

Ricordare il Campo di transito di Bolzano è importante per non dimenticare ques'oscura pagina di storia e per garantire che le atrocità commesse in quel luogo non accadano mai più. Il campo è un luogo simbolico della barbarie umana, dell'oppressione e della brutalità del nazionalsocialismo.

Giovanni Rinaldi
Scritto da Giovanni Rinaldi
Aggiornato Giovedì 18 Ago 2022