Cervaro

Benvenuti a Cervaro: un tour attraverso la storia e la geografia del Comune

Cervaro, situata nella provincia di Frosinone nel Lazio, è un Comune di 7737 abitanti immerso in una natura lussureggiante. La sua posizione geografica sulla piana cassinate regala un panorama mozzafiato sul quale si affaccia il centro storico di Cervaro, dal quale si diparte la strada provinciale Cervaro-Viticuso.

Cervaro: tra storia, natura e panorami mozzafiato

Geografia Fisica

Territorio

Il territorio comunale è ricco di vegetazione e include vette superiori ai 1.000 metri che a volte imbiancano la città stessa. Il colle Aquilone, che domina Cervaro, si unisce ad altre cime come il Monte Rachis, Monte Porchio, Monte Chiaia e Monte Trocchio.

Clima

Classificazione climatica: zona D, 1527 GR/G.

Storia

Origini Leggendarie

La leggenda narra che Enea, dopo essere approdato presso Gaeta, si sia diretto verso l'interno fondando diverse città, tra le quali spiccava Cervaro. Ci sono giunte due tradizioni popolari che spiegano l'origine del toponimo: la prima racconta del giovane patrizio Tertullo che cercando di difendere la città, fu ucciso dai Goti. Il giovane fu sepolto presso un altare per sacrifici posto in una zona aspra, chiamato "Acerba Ara", espressione trasformatasi poi in Cervaro. La seconda tradizione narra di un cervo bianco che pascolava sul monte Pesculum, dove nacque l'acropoli e poi il castello; il cervo è effigiato sullo stemma comunale.

Vicende Storiche

Nell'alto medioevo, l'abate dell'Abbazia di Montecassino, San Petronace di Montecassino, fece erigere un castello detto "Castrum Cerbari". Nel 757, vi si ritirò come monaco Benedettino il re Longobardi Rachis, che vi fondò una piccola comunità monastica ispirata al culto mariano e alla coltivazione dell'ulivo.

I Saraceni, insediatosi alle foci del Garigliano nel 880, assaltarono e diedero alle fiamme il monastero di Montecassino il 4 settembre 883. Per anni, tutto rimase incolto e devastato fino alla battaglia del Garigliano nel 915, in cui gli infedeli furono rigettati in mare. I monaci tornarono nel 949, trovando le terre deserte e disabitate. La popolazione locale era fuggita o era stata massacrata dalle scorribande degli infedeli. Solo piccoli gruppi erano sopravvissuti, tra cui uno che si era dato una difesa inespugnabile sulla rocca "Torroculum", l'odierno monte Trocchio sul quale si vedono i resti della fortezza.

Per lo spirito battagliero ed indomito dei tenutari della fortezza che dopo il 915 si insediarono sulla collina, poi denominata "Castrum Cerbarii," poi "Cerbarium" e quindi "Cervaro," furono sempre una spina nel fianco della Badia di Montecassino. La comunità monastica ristabilitasi a Montecassino ritenne poco opportuno lasciare le terre di sua proprietà infruttuose ed incolte e così pensò di ripopolare le zone del cassinate chiamando agricoltori dalle regioni vicine che non avevano terre da coltivare.

Conclusioni

Cervaro è una città dalle radici antiche e dalla natura rigogliosa. La sua posizione geografica offre panorami suggestivi sulla piana cassinate che la circonda e il territorio comunale è ricco di vette e corsi d'acqua. La sua storia è incentrata intorno alla costruzione del castello "Castrum Cerbari" e alla costruzione della comunità monastica ispirata al culto mariano e alla coltivazione dell'ulivo dal re Longobardi Rachis. Nonostante il territorio di Cervaro sia stato distrutto dagli infedeli per anni, la città è stata costruita nuovamente grazie alla comunità monastica di Montecassino, aiutata anche dalla popolazione contadina arruolata nelle zone vicine. La città di Cervaro offre ai turisti l'occasione di visitare i suoi panorami naturali e i suoi luoghi storici, permettendo loro di immergersi nella storia dell'Alto Medioevo e nell'anima italiana.

Andrea Giordano
Scritto da Andrea Giordano
Aggiornato Giovedì 22 Set 2022