Casalduni

Una tragedia sanguinosa

Il testo racconta di una serie di eventi sanguinosi che ebbero luogo nell'agosto del 1861 a Pontelandolfo e Casalduni, nella provincia di Benevento. Questi episodi si inscrivono in un contesto più ampio che segue l'Unità d'Italia, in cui il neonato Regno d'Italia (1861-1946) mise in atto una rimarchevole azione di repressione del fenomeno del Brigantaggio postunitario italiano meridionale.

Spirale di violenza

Tutto iniziò con l'incursione di una banda di briganti nei due comuni di Pontelandolfo e Casalduni, che portò all'uccisione di 45 soldati presso Casalduni. Seguì una rappresaglia militare che colpì i cittadini e gli abitati dei due paesi, lasciando dietro di sé un gran numero di morti e una ferita mai rimarginata.

Tragedia sanguinosa a Pontelandolfo e Casalduni: una spirale di violenza postunitaria

Differenze nei resoconti

I resoconti di quegli eventi variano a seconda delle diverse fonti storiche, con discrepanze tra il numero delle vittime riportato. Si va dai dati ufficiali, che non citano alcuna vittima, fino ai 400 o addirittura 1.000 caduti, segnalati in altre fonti.

La storia

L'Italia unita nel 1861 vide molte rivolte da parte dei cosiddetti "reazionari" che erano rimasti fedeli ai Borbone. Pontelandolfo, un piccolo villaggio a sud dei monti del Matese, era spesso rifugio di questi ribelli. Nel 1860, il patriota Giuseppe de Marco arrivò in paese con una banda di volontari della Guardia Nazionale Italiana. Tuttavia, l'aumento dei briganti sui monti lo spinse, insieme ai liberali del paese, al sindaco, al delegato di pubblica sicurezza, ai capitani e ai tenenti, a lasciare la città.

Il 7 agosto 1861, i briganti della brigata "fra Diavolo" occuparono Pontelandolfo, ormai vuota. Si verificarono poi diversi scontri tra i soldati del nuovo regno d'Italia e i rivoltosi, provocando una rappresaglia militare che spinse molte persone a fuggire.

Differenze nei resoconti

Come accennato in precedenza, i resoconti variano a seconda delle diverse fonti storiche. Il quotidiano "Il Popolo d'Italia" riporta una sola vittima, mentre altri scritti parlano di caduti che vanno dai 13 ai 1.000.

Una tragedia sanguinosa

L'ordine pubblico fu tristemente mantenuto dai soldati napoletani, che furono rubati dall'esercito ribelle. La violenza proseguì in altri paesi, come Fragneto Monforte e Campolattaro, e i partigiani rubarono armi e beni ai liberali, finché la situazione sprigionò una spirale di violenza che durò a lungo.

In generale, la storia di queste tragedie sanguinose è tuttora complessa e controversa. Tuttavia, ciò che rimane evidente è che le vicende di Pontelandolfo e Casalduni costituiscono una pagina dolorosa della storia nazionale, testimoniando gli sforzi di un regno appena nato per preservare l'unità del Paese e la sua integrità territoriale. Questi avvenimenti rimangono una macchia nella memoria storica del nostro Paese e devono essere ricordati come una lezione di umanità e rispetto verso tutti coloro che, attraverso la lotta contro le ingiustizie, hanno cercato di plasmare un'Italia più giusta e democratica.

Antonio Bruno
Scritto da Antonio Bruno
Aggiornato Domenica 28 Ago 2022