Carbonara al Ticino

Carbonara al Ticino: un comune dalla storia affascinante

Carbonara al Ticino è un comune della provincia di Pavia in Lombardia che si trova nella Lomellina orientale, sul ciglio del terrazzo che domina la valle alluvionale del Ticino. Con i suoi 1418 abitanti, la cittadina deve il suo nome alla vasta foresta di “Sylva Carbonaria” che un tempo si estendeva tra l’abitato e il fiume.

Le radici del nome Carbonara

Come suggerisce il nome stesso, il toponimo “Carbonara” deriva da “Sylva Carbonaria”, la fitta foresta presente nella zona fin dall’antichità. Questa vasta zona veniva periodicamente bruciata per ottenere il prezioso carbone vegetale.

Carbonara al Ticino: storia millenaria tra monaci e signorie.

La storia dell’antica foresta di Carbonara

La zona di Carbonara faceva parte della vasta foresta conosciuta come “Sylva Carbonaria”. Questa si estendeva dai torrenti Terdoppio e Agogna, comprendendo i territori di Dorno e Valeggio, fino al Ticino e al Po. Al centro della foresta passava l’antica “Strada Regina”, una via che collegava Piacenza a Pavia, passando per Dorno e Valeggio fino ad arrivare a Lomello. Da qui, la strada proseguiva verso Vercelli e Torino, fino ad arrivare in Gallia.

Le prime notizie di Carbonara risalgono al Medioevo e includono il “Codice diplomatico Longobardo”. Questo documento menziona un diploma regio di Cuniperto del 690 circa, che non fu emesso a Pavia ma presso la corte di Carbonara. Questo riconosceva la zona come un feudo regio. In seguito, un altro diploma fu pubblicato dal Ludovico Antonio Muratori, datato 5 agosto 747 ed emesso dalla “Curte Curbonaria”, sempre in riferimento alla corte di Carbonara.

Carbonara: dal monaco carbonaio a un centro religioso

Il primo impulso alla zona di Carbonara fu dato dal monaco carbonaio Sant’Aldo. Questi, insieme ad altri monaci, bonificò la foresta, lavorando il carbone di legna per poi pregare. Sant’Aldo trascorse gli ultimi anni della sua vita in questo ambiente. Nei pressi attorno all’VIII secolo sorse l’antico monastero colombaniano di Santa Maria di Carbonaria. Questo si occupava della produzione del carbone di legna e gestiva un ospedale per pellegrini e infermi.

Sempre in questo periodo, gli abitanti della zona costruirono un oratorio in paese dedicato al Santo eremita, in cui in seguito furono conservate le sue spoglie per un lungo periodo. Successivamente, il corpo del santo venne trasferito nella Chiesa di Pavia e, infine, nel 1573 venne collocato nell’altare maggiore della Basilica di San Michele Maggiore di Pavia.

In seguito, la zona di Carbonara venne suddivisa tra i possedimenti colombaniani gestiti dai monasteri pavesi del Monastero di San Pietro in Ciel d’Oro e del Monastero di San Salvatore. L’imperatore Guido II di Spoleto concesse la “Sylva Carbonaria” al Monastero di Santa Maria Teodote di Pavia, con il feudo di Carbonara (che comprendeva anche Villanova d’Ardenghi) e l’antico monastero di S. Maria e l’ospedale. Nel 1083, il priorato del monastero di Santa Maria di Carbonara passò ai possedimenti dell’Abbazia di Santa Croce di Mortara.

Carbonara sotto la signoria dei Beccaria e dei Visconti

Dal XIII secolo, Carbonara era conosciuta come Carbonaria e faceva parte del feudo di Gropello Cairoli. Successivamente, la signoria passò ai Beccaria di Gropello e, per eredità, ai Visconti del ramo di Breme e Gropello. Girolamo fu il primo Conte di Carbonara, all’inizio del XVII secolo.

In breve, quindi, Carbonara al Ticino ha una storia molto ricca e affascinante che si intreccia con quella della vasta foresta di “Sylva Carbonaria”. La zona è stata sede di un monastero colombaniano importante, che ha visto protagonisti monaci e carbonai. In seguito, la regione è passata sotto la signoria dei Beccaria e dei Visconti. Tutto ciò rende il comune un posto di grande interesse storico e culturale per visitatori e turisti.

Matteo Ferrari
Scritto da Matteo Ferrari
Aggiornato Mercoledì 2 Feb 2022