Altivole

Il Memoriale Brion: un luogo simbolo dell'amore coniugale

Il Memoriale Brion, noto anche come Tomba Brion, è un complesso funebre monumentale che si trova a San Vito, in provincia di Treviso. Commissionato all'architetto veneziano Carlo Scarpa nel 1969 dalla moglie di Giuseppe Brion, fondatore della Brionvega, il complesso avrebbe dovuto ospitare le spoglie di Brion e di alcuni parenti.

Il complesso fu progettato e realizzato dal 1970 al 1978 e fu visto fin da subito come un luogo simbolo dell'amore coniugale. La tomba Brion è stata progettata e realizzata perché la coppia Brion si amava follemente e il luogo funerario si è trasformato in un luogo di pace e meditazione aperto a tutti.

Oltre alle spoglie di Giuseppe Brion e dei suoi parenti, il memoriale ospita anche quelle dell'architetto Carlo Scarpa e di sua moglie. Nel 2018 la tomba Brion è stata restaurata dallo stesso architetto che aveva seguito i lavori di realizzazione dell'opera e nel 2022 è stata donata al Fondo per l'Ambiente italiano.

La struttura del Memoriale Brion

Il complesso funebre monumentale è strutturato a forma di "L ribaltata" ed è racchiuso da un muro inclinato di 60 gradi. La quota del terreno interno al muro di cinta è più alta del terreno circostante, a simboleggiare il tumulo. Il memoriale è composto da 5 edifici principali costruiti in cemento armato.

All'ingresso dal cimitero del paese ci sono i propilei, un portale che ha sulla parete di fondo il motivo dei due anelli che si intrecciano, uno rivestito di mosaico azzurro e l’altro rosa, a simboleggiare l'amore coniugale.

A destra dei propilei c'è una vasca d'acqua con un padiglioncino, mentre a sinistra c'è un arco/ponte con le tombe dei coniugi Brion. A nord si trova una cappellina addossata al muro di cinta e, infine, una chiesetta di forma cubica sul braccio della "L" più prossimo al lato d'ingresso dalla strada.

La Tomba Brion: simbolo dell'amore coniugale e arte architettonica

Il significato della Tomba Brion

La Tomba Brion rappresenta un simbolo dell'amore coniugale. Il suo design è stato costruito per esprimere l'importanza del legame tra le persone sposate e per celebrare l'amore che le unisce. Il complesso funebre monumentale si sviluppa in uno spazio aperto e pacifico, dove le persone possono passeggiare, riposare e riflettere in pace.

Il progetto di Carlo Scarpa è stato realizzato con grande attenzione ai dettagli e utilizzando materiali pregiati, come il marmo e i mosaici. Ogni elemento del memoriale è stato disposto con cura e con un preciso significato. Il design inusuale dell'edificio, la sua struttura a "L ribaltata" e il muro di cinta inclinato di 60 gradi creano un'atmosfera unica e suggestiva.

Il restauro del Memoriale Brion

Nel 2018, Ennio Brion, figlio di Giuseppe e Onorina, ha commissionato il restauro del Memoriale Brion all'architetto Guido Pietropoli, allievo di Carlo Scarpa. Il restauro è stato di tipo conservativo e ha richiesto tre anni di lavoro. Grazie ai 2200 disegni originali di Scarpa conservati presso il MAXXI - Centro archivi di architettura, l'architetto è stato in grado di dare nuova vita al memoriale, senza alterarne il significato originale.

Il restauro ha interessato il muro di cinta inclinato di 60 gradi e gli altri edifici che compongono il memoriale. Sono stati eseguiti interventi di pulizia e consolidamento delle superfici in marmo, a cui è stato applicato un trattamento protettivo per evitare il deterioramento causato dall'erosione e dalle intemperie.

Il Memoriale Brion oggi

Nel 2022, il Memoriale Brion è stato donato al Fondo per l'Ambiente italiano (FAI) da Ennio Brion e da sua sorella Donatella. Il memoriale è diventato il 70º bene del FAI e continua ad essere un luogo simbolo dell'amore coniugale e un luogo di pace e meditazione aperto a tutti.

Il restauro del Memoriale Brion ha permesso di preservarne la bellezza e di garantirne la fruizione per le generazioni future. La tomba Brion non è solo un luogo di sepoltura, ma un'opera d'arte architettonica in grado di trasmettere emozioni e di far riflettere sulla vita e sulla morte.

Matteo Ferrari
Scritto da Matteo Ferrari
Aggiornato Giovedì 15 Set 2022